W A H R O L vs S O L A N A S
di
Gianni Lodi
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Personaggi:
Andy
- Valerie
- Voce fuori campo
(Estate 1970. Matteawan State Hospital for the Criminally Insane – New York. Locale delle visite. Valerie è in scena, appollaiata su una sedia, di spalle al pubblico. Sta canticchiando “Perfect Day” di Lou Reed:
“Proprio una giornata perfetta Oh, it’s such a perfect day
Sono felice d’averla passata con te I’m glad I spent it with you
Proprio una giornata perfetta Oh, such a perfect day
Tu mi fai resistere e andare avanti. You just keep me hanging on.
Proprio una giornata perfetta Oh, it’s such a perfect day
Mi hai fatto dimenticare di me stesso You made me forget myself
Pensavo di essere qualcun altro I tought I was someone else
Qualcuno di valido. Someone good
Oh, ma che giornata davvero perfetta Oh, it’s such a perfect day
Raccoglierai ciò che hai seminato. You’re going to reap just what you saw
Raccoglierai ciò che hai seminato.” You’re going to reap just what you saw.
Andy entra con una macchina fotografica al collo)
Andy – Ciao Valerie.
Valerie – Chi sei?
Andy – Sono Andy…
Valerie – (voltandosi di scatto) Andy? Ma se ti ho quasi ammazzato e…ti presenti qui?! Hai un bel coraggio!
Andy – Sai, gli amici…
Valerie – (interrompendolo bruscamente) Io non ho amici, anzi: non ho amici maschi!
Andy – Ancora i tuoi deliri. Ma non ti curano qui?
Valerie – Voi avete il cazzo, noi la fica. Ti sembra un delirio questo?
Andy – E’ un delirio che tu ne faccia una questione di sessismo.
Valerie – E’ da quand’ero bambina che sto pagando il fatto di essere nata femmina. Mio padre, il mio caro papà…mi ha violentato per anni prima che mia madre se ne accorgesse.
Andy – Che brutta storia! Quanto mi dispiace.
Valerie – E quando s’è risposata, quella stronza mi ha chiuso in collegio dove ho cominciato a farmi le compagne di stanza dopo che una sorvegliante s’era fatta me.
Andy – Per fortuna le famiglie non sono tutte così. Io devo molto alla mia. Mia madre…un capolavoro di natura.
Valerie –Adesso non cominciare con tua madre! Sei un mammone insopportabile. Lo sanno tutti.
Andy – E’ che lei ha la capacità di farmi sentire la sua unica ragione di vita. A volte passa la notte a guardarmi dormire…
Valerie – (interrompendolo) Adesso basta, hai rotto il cazzo.
Andy – Beh, sai che ho pensato di filmarla mentre è lei che dorme!
Valerie – Ffanculo Andy! La famiglia è, un luogo di violenza e sopraffazione, soprattutto per le donne.
Andy – Non sempre. Guarda me. Quando sono arrivato a New York stavo per perdermi. E’ stata la mia famiglia a salvarmi.
Valerie – Non sarebbe stata una gran perdita.
Andy – Dipende. Forse nel mondo le cose sarebbero andate diversamente senza di me.
Valerie – Tu credi?
Andy – Perlomeno ho fatto un po’ di chiarezza su quanto ci sta accadendo.
Valerie – Cioè sulla merda che ci circonda.
Andy – Può sembrare così a uno sguardo superficiale. In realtà sono andato oltre l’ovvio.
Valerie – Sei andato oltre lo sfruttamento di chi ti stava intorno, questo si. Sei arrivato al plagio! . Hai costruito la tua fortuna usando gli altri.
Andy – (interrompendo) Non è vero. Ho permesso a tutti di essere quello che volevano essere. A chi c’è passato, la Factory ha sempre garantito il successo.
Valerie – (in tono caricaturale) “In futuro ognuno avrà i suoi quindici minuti di celebrità” ricordo ancora la tua cantilena. E tutti a crederci e a lavorare gratis per te e la tua Factory del cazzo.
Andy – Io non ho mai sfruttato nessuno.
Valerie – Ma se mi hai fatto recitare in un film e non mi hai mai dato i venticinque dollari che mi avevi promesso?
Andy – Ah si, hai ragione. Cinque dollari però te li avevo anticipati. Ricordi, quella sera al ristorante?
Valerie – Mi fai vomitare. Sei avido come una piattola.
Andy – Non a caso qualcuno mi definisce un “adorabile mostro”.
Valerie – Riesci a dar valore anche alle tue sfighe, è pazzesco!
Andy – Perché no? Non devi permettere ai tuoi limiti di uccidere i tuoi sogni.
Valerie – Sentimi bene: avrai pure una vita straordinaria, ma sei così taccagno! Sempre a tener conto di tutto, anche dei centesimi per le telefonate. Solo coi taxisti sei generoso!
Andy – Cara, fare soldi è un’arte. E un buon affare è il massimo di tutte le arti!
Valerie – Che palle queste tue frasi del cazzo!
Andy – Valerie, so di essere una persona “profondamente superficiale“. Il fatto è che ci tengo a rimanerlo.
Valerie – Mi hai anche derubato del mio dramma. “Bel titolo” hai detto quando te l’ho dato. E ci credo: “Ficcatelo in culo (Up Your Ass)” non è affatto male per la storia di un vagabondo e di una puttana.
Andy – Lo confermo. Rimane un gran bel titolo!
Valerie – Poi hai cominciato a dire: “L’ho perso, non lo trovo più”. Insomma, non me lo hai mai restituito, quel copione.
Andy – Sai, col casino che allora c’era alla Factory le cose andavano perse facilmente. Capisco che sia stato seccante per te.
Valerie – Un po’ più che seccante, direi. E’ come se quei fogli tu li avessi buttati nel cesso pisciandoci sopra. Ti rendi conto di cosa m’hai fatto?
Andy – Ti chiedo scusa. Mi dispiace, veramente.
Valerie – Che cazzo me ne faccio delle tue scuse? (in tono minaccioso) Tu vuoi farne un film senza di me, lo so. Voglio indietro il mio copione altrimenti…
Andy – (interrompendola bruscamente) Ma anche tu ti sei approfittata di me. La tua notorietà è solo un riflesso della mia. Per la gente non sei altro che “La pazza che ha sparato a Andy Warhol”! Niente di più.
Valerie – Sei il più stronzo degli stronzi.
Andy – Mi sto solo difendendo.
Valerie – Ti ricordo che sono laureata in psicologia e ho fatto ricerca all’università. Ho scritto io, e il mio “Manifesto per l’eliminazione dei maschi – SCUM” è stato anche pubblicato.
Andy – Beh insomma, non facciamo paragoni imbarazzanti. Hai presente le quotazioni delle mie opere?!
Valerie – La tua arte è solo merda!
Andy – Ah si? Ma se ho portato gli scaffali dei supermarket nei musei sbattendo l’America in faccia all’America.
Valerie – Tutta un’operazione di mercato.
Andy – Tesoro La Pop Art ha cambiato il mondo. Ormai è uno stile di vita.
Valerie – Mezz’ora di filmato delle smorfie di uno a cui stanno facendo un pompino. Questi sono i tuoi capolavori. Torna a dipingere piuttosto.
Andy – Per la verità, non ho mai smesso di dipingere. Mi dipingo le unghie e i capelli.
Valerie – Tanto non si riesce a fare un discorso sensato con te…
Andy – La vita è troppo breve per prenderla sul serio.
Valerie – Il problema è che ti sei venduto, come tutti là dentro (accenna la canzone di Lou Reed “Walk on the Wild Side”):senti un po il tuo amico reed
”Little Joe never once gave it away
Everybody had to pay and pay
A hustle here and a hustle there.
New York City is the place where they said
Hey babe, take a walk on the wild side
I said, Hey Joe
Take a walk on the wild side
Doo doo doo doo doo doo doo……
Little Joe non l’ha mai dato via per niente
Tutti dovevano pagare e pagare
Una botta qui e una botta là.
New York City è il posto dove dicono
Ehi tesoro, fatti un giro sul lato selvaggio
Ho detto, ehi Joe
Fatti un giro sul lato selvaggio………………”
Andy – Lascia stare Lou Reed per favore. Mai incontrato uno più egocentrico.
Valerie – Non parlavi certo così all’inizio della vostra storia!
Andy – Gli ho finanziato il primo album con una copertina finita nei libri di storia dell’arte: un capolavoro di allusione fallica. L’ho portato in tournée ovunque. E dopo un anno mi molla dicendo “La tua fama sta oscurando la mia.” . E Non ti dico le sue paranoie.
Valerie – E te la prendi con quello stronzetto spandimerda, tu che hai inaugurato la cultura del narcisismo!
Andy – Ho solo fatto emergere ciò che era già nell’aria. E’ questo il compito di un vero artista!
Valerie – E tu saresti un vero artista? Non farmi ridere…
Andy – Puoi ridere quanto vuoi, ma io so fiutare le novità, dargli forma, trasformarle in icone.
Andy – ma SECONDO TE chi ha capito che Narciso non era mai stato così attuale come oggi?
Valerie – Grazie a te e al tuo Narciso, le persone stanno andando tutte fuori di testa travolte dalla propria vanità.
Andy – ora però posso dire “Prima di te ci sono Io!” senza vergognarmi. Urlare “Amo me stesso più del mio prossimo!” senza sentirmi in colpa. Ma ci pensi che liberazione!
Valerie – Parliamoci chiaro: questo vale solo per voi maschi!
Andy – Ancora con questa storia del genere. Basta, ti prego! Se una cosa non è nell’aria puoi sbraitare quanto vuoi che tanto nessuno ti ascolta, non importa se sei maschio o femmina.
Valerie – Importa invece, cazzo se importa!
Andy – Valerie, non ti ascoltano perché dici cose assurde, non perché sei una donna.
Valerie – Non farmi la predica, non la sopporto da un maschio. Voi, che siete poco più di un incidente biologico. un cromosoma femmina a cui manca una gambetta. Siete esseri inferiori, lo capisce anche un bambino. Siete aborti che camminano. Emozionalmente limitati, servite solo a produrre sperma. Ma oggi le banche del seme straripano di sperma.
Andy – Ma come faccio a sopportare queste farneticazioni?
Valerie – E’ la verità. Per noi donne vivere in questa società è una noia mortale. Niente ci rappresenta, niente ci appaga. Questa società va tolta di mezzo insieme al capitalismo e a tutti i maschi. Voi e il vostro testosterone non servite più a nulla, né a far bambini né a vincere le guerre!
Andy – Ora capisco perché ti hanno rinchiuso in un reparto psichiatrico. Sei completamente fuori Valerie, hai perso il senso della realtà.
Valerie – Si certo ce l’hai tu con le tue scatole di Campbell’s Soup riprodotte all’infinito o coi tuoi film, che se va bene ti si vede che mangi un hamburger. Illuminante, molto illuminante!ma lascia stare
Andy – In effetti, neanch’io capisco mai bene quel che mi succede intorno. (pausa) Hanno scritto che sono il Nulla in persona. All’inizio non c’ho dormito per la frustrazione. Ma poi mi sono reso conto che la vita stessa è il Nulla. Non ci crederai, ma mi sono sentito meglio, molto meglio.
Valerie – Si? E come ti sei sentito quando Freddy Herko si è buttato dal quinto piano?
Andy – Poteva telefonarmi prima di buttarsi. Sarei corso con una cinepresa per riprenderlo mentre volava giù.
Valerie – Ti rendi conto di quel che dici?
Andy – Ma è finita l’epoca dell’artista romantico, emotivamente coinvolto! Oggi l’artista è solo un osservatore neutrale, che registra la realtà con la stessa indifferenza e oggettività di una macchina.
Valerie – Bella roba! Ma che cazzata
Andy – Le cose cambiano, mia cara. Tutto si sta meccanizzando e protagoniste sono diventate le masse: sono loro a decidere della sorte di un prodotto o di una star, non certo la Regina Elisabetta.
Valerie –ora Che cazzo c’entra la Regina Elisabetta?
Andy – La tradizione ha stufato e tutti vogliono sentirsi anticonformisti. E allora devi produrti in continue stravaganze per saziare la fame di trasgressione che c’è in giro. Questo è il nostro compito.
Valerie – E’ il tuo di compito. Ma guardati: sembri una scimmia ammaestrata, che tutti usano per sentirsi cool. Fate pena, tu e i tuoi ruffiani!
Andy – Tutto deve essere una festa, anche il lavoro!
Valerie – Una festa che sta per finire. Sono le donne il futuro Solo noi abbiamo la matrice primaria della creatività. siamo insostituibili e ingovernabili.
Andy – Mi arrendo. Continua pure coi tuoi comizi. Io mi prendo una pausa.
Valerie – Ok, parliamo d’altro. (pausa) Cos’hai al collo?
Andy – La mia macchina fotografica. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi da una buona ragione per alzarmi la mattina.
Valerie – Hai sempre bisogno di giocattoli, come i bambini.
Andy – Io sono un bambino. Credo mi manchino alcune sostanze chimiche di base, certamente quelle della responsabilità e della riproduzione.
Valerie – Chi se ne frega dei tuoi squilibri ormonali. E’ che voi uomini ormai siete alla frutta. L’ identità vi sta andando in pezzi. E’ l’inizio della fine del maschio. Forse ci siamo, presto sarete estinti!
Andy – Ma ti prego! Oggi vivere è difficile per tutti, non importa se sei uomo o donna. Prendi me. Io soffro di solitudine anche se sono sempre in mezzo alla gente. E’ duro avere alla Factory tante persone famose contemporaneamente. “Come mai ci sono anche gli altri?” ognuno si chiede angosciato. E io devo tenerli a bada tutti quanti.
Valerie – Oh, povero piccolo, com’è stressante la tua vita!
Andy – Beh tu scherzi, ma non è uno scherzo avere a che fare con tipi simili. Tutti preda di una sorta di ipertrofia dell’Io. E gestirli non è facile, ti assicuro.
Valerie – Mandali a ffanculo!
Andy – Come faccio? E poi ci sono i miei di problemi. Io non mi rendo mai bene conto dove finisce l’artificiale e comincia il reale. Ho la sensazione che niente abbia senso.
Valerie – Per voi maschi niente ora ha più senso.
Andy – Sono questioni più profonde. Io ho ripreso l’Empire State Building per ventiquattro ore di seguito senza mai cambiare inquadratura. Può sembrare un’assurdità. Ma se ci pensi, che differenza c’è tra un quadro appeso e un’immagine sempre uguale proiettata su una parete bianca?
Valerie – Non lo so. Spiegamelo tu.
Andy – Non cerco più di spiegarmi le cose. Accadono e basta. Per me va bene così!
Valerie – A me invece non va bene affatto! Le cose si devono cambiare. E siamo noi donne coraggiose e determinate a poterlo fare!
Andy – Ma non è più tempo di eroi! Oggi i buoni sconfiggono i cattivi solo nei fumetti… . Nella vita reale c’è solo una continua lotta. Tutti contro tutti, e solo il più forte vince.
Valerie – E sei sicuro di non avere responsabilità se le cose stanno così? Ti assolvi un po’ troppo in fretta, mi pare.
Andy – Io responsabile? E di che?
Valerie – Della superficialità dilagante, per esempio. Per te tutto si risolve stabilendo se uno è in o out, se è glamour o no. Se permetti, la questione è un po’ più complicata.
Andy – Se è così complicata perché ti ostini a pensare che il male sia tutto concentrato in noi maschi?
Valerie – Prova a vivere un giorno da donna e lo capirai. Prova a fare la casalinga frustrata per una settimana, prova a fare la puttana per una notte, prova a farti ascoltare da un uomo se hai un bel paio di tette. Provaci, coraggio provaci! Poi ne riparliamo.
Andy – Questa è propaganda bella e buona. Non c’è il meglio o il peggio ci sono ma due polarità opposte, il maschile e il femminile, che possono benissimo coesistere e integrarsi.
Valerie – Coesistere e integrarsi? Si, a condizione che noi donne stiamo sotto e voi sopra a comandare.
Andy – Uomini e donne hanno ruoli diversi, tutto qui. D’altra parte se le persone fossero tutte uguali cosa mai avrebbero da scambiarsi?
Valerie – Siamo stufe di essere sottomesse. Essere donna non deve più significare essere una vittima predestinata. Voi usate la diversità per trattarci come esseri inferiori.
Andy – E io ti rispondo “Viva la diversità”. “Ognuno per sé” anche nella coppia! Ma il due non può diventare un uno!
Valerie – Questo vale per te, sei solo un individualista del cazzo.
Andy – Valerie, l’amore è un invenzione degli amanti sconfitti! Pura illusione, indispensabile per sopportare chi ti sei portato a letto la notte prima, ma molto, molto faticosa da gestire.
Valerie – Non puoi generalizzare. Non siamo tutti uguali, l’hai appena detto tu.
Andy –VERO COME VANNO le cose in amore. Non vedi l’ora d’innamorarti di qualcuno. Poi però pensi solo a quella persona lì, vuoi vederla di continuo, insomma non vivi più senza di lei. E finisce che la relazione diventa un peso da portarti dietro giorno per giorno, come un lavoro vero e proprio.
Valerie – Non condivido una parola di quel che dici.
Andy – Nella coppia si è destinati a scontrarsi più che a incontrarsi. Guarda i grandi amori: esistono solo perché i due non rimangono insieme per il resto della vita. Se poi è la morte a separarli ancora meglio.
Valerie – Eros e Thanatos, un’altra invenzione di quel dr. Freud del cazzo, maschilista fino al buco del culo.
Andy – Non tirare in ballo la psicoanalisi, ti prego. Questa è semplicemente la regola dell’amore romantico. Ma è anche l’unico modo per salvarsi dalla noia della coppia.
Valerie – Parla per te, tu che ami solo i soldi e le stupide e quelle cagate di cose che collezioni!
Andy – Lo ammetto, il denaro mi piace, soprattutto in contanti: gli assegni molto meno, non mi sembra neanche di comprare qualcosa quando li uso… Però che proprio tu ora ti metta a difendere l’amore disinteressato, non ci posso credere!
Valerie – Amare significa tener conto dell’Altro. Ma tu non hai la minima idea di cosa significhi qualcosa che sia Altro-da-te.
Andy – Beh, ora si sente che hai fatto Psicologia. Potevi diventare una strizzacervelli, magari avresti avuto successo!
Valerie – Io non mi occupo degli altri per soldi!
Andy – Ma se hai fatto la…
Valerie – La puttana? E’ diverso.
Andy – Non capisco la differenza.
Valerie – Io ascolto qualcuno se dice cose interessanti non perché mi paga.
Andy – Ma che brava!
Valerie – Quando si tratta di essere generosi ti si annebbia la mente, eh!
Andy – Sono solo realista!
Valerie – Pensa allora a tutti quelli che tu hai distrutto, persi nella ricerca di un Io adeguato alla tua “grandezza”.
Andy – Non puoi incolpare me dei tuoi fallimenti.
Valerie – Il successo. E’ riservato a pochi, come le tue feste, che infatti io ho sempre detestato!
Andy – Ci siamo finalmente. Hai sempre detto “Ho sparato a Andy perché aveva troppo controllo su di me”. Invece ecco la verità. Non hai retto il confronto. Non hai sopportato il mio successo mentre tu eri sempre lì, ferma allo stesso punto.
Valerie – Parole, parole degne ma che cazzo dici non sei altro che un provinciale arricchito come te.
Andy – La verità è che io ero troppo per te. E tu troppo poco per me. Avrei dovuto lasciarti perdere subito invece di farmi catturare dalla tua rabbia impotente e dal tuo turpiloquio.
Valerie – Cazzi tuoi.
Andy – Purtroppo non so resistere al fascino del trash. Fiuto la spazzatura come un cane da punta e quando la scovo non la mollo finché non riesco a darle sex appeal.
Valerie – Quindi per te io ero solo spazzatura!
Andy – Vai oltre il tuo caso personale, per una volta. Il problema è trovare la strada giusta al momento giusto. (pausa) A un certo punto io mi son chiesto: “Se alla gente piace la Coca Cola perché non fargliela bere anche con gli occhi?” L’ho fatto e mi è andata bene.
Andy –Ho reso desiderabile un pezzo di vetro che prima gettavi con fastidio nella spazzatura, ci pensi? Del resto, non ha un bel design quella bottiglietta?
Valerie – Ah si certo. Evocativo direi, molto evocativo tanto che in Trash quella stronza della la
povera Holly la usa al posto del cazzo del suo Joe, impotente per l’eroina
Andy – Se le merci diventano un feticcio è fatta! Hai finalmente la risposta a domande cruciali tipo “Chi sono io?”, “Da dove vengo?”, “Dove vado?”.
Valerie – Io so benissimo chi sono e dove voglio andare anche senza i tuoi feticci del cazzo.
Andy – Non ci credo. Solo facendo shopping ti rendi conto che vivi nel migliore dei mondi possibili. A questo serviamo, a vendere sogni travestiti da merce. Quello in vendita però dev’essere il sogno giusto. E il tuo non lo è, Valerie. Fattene una ragione!
Valerie – Questo lo deciderà il tempo, non tu. Le mie parole sono eterne perché provengono da chi subisce umiliazioni ogni giorno. Oggi queste parole non si vendono, come dici tu, ma quando il potere maschile sarà messo a nudo andranno a ruba alla faccia dei tuoi scarabocchi e delle tue porcate.
Andy – Continua pure a illuderti, se ti aiuta…
Valerie – A proposito di Trash, qualche critico ha definito i tuoi film pura pornografia?
Andy – Ah si, e non è fantastico?
Valerie – Non ti sopporto quando fai la checca!
Andy – Anche moralista, adesso. Io non sono mai del tutto intero. Perciò non rischio di andare in pezzi. Bisogna prenderci per quello che siamo: abbozzi d’esistenza, piccoli esseri senza destino. Tu invece sei ancora ferma ai grandi ideali. Ma è finita la Storia con la S maiuscola è out
Valerie –Non voglio vivere Vivere nell’effimero io.
Andy – Per me invece l’effimero è un bisogno primario!
Valerie –Lo sai che ti dico ? Mi fai pena.
Andy – Ma guardati! Non t’ho mai vista ridere. Ti prendi troppo sul serio, Valerie. Il capitalismo, lo sfruttamento, il machismo. Rassegnati, sono cose che faranno sempre parte di noi, sono la nostra natura. Svegliati!
Valerie – Siete voi maschi a dovervi svegliare e in fretta!
Andy – Perché devi sempre appiattire tutto?! Per conoscere il bene ci vuole il male, altrimenti non lo capisci, non ti rendi conto di com’è fatto. Il ritorno nel Paradiso Terrestre, dove tutti sono buoni e belli, non è più previsto!
Valerie – Io non voglio tornare nel Paradiso Terrestre! Voglio solo spazzar via la merda che ci sommerge, voglio non dipendere da nessuno, voglio la libertà di dire quel che penso anche se sono una donna, puttana e lesbica.
Andy – Quando combatti un mostro devi stare attenta a non diventare tu quel mostro.
Valerie – Se è per questo, io ci vivo già coi mostri.
Andy – Mi dispiace per tutto quello che stai passando.
Valerie – La tua pietà riservala per te stesso e per il tuo futuro. Attento, Andy: non abbassare troppo la guardia! Tu credi d’averla scampata perché hai successo e ti puoi portare a letto tutti quelli che ti capitano a tiro, ma…
Andy – Ti sbagli! Io non sono come Truman Capote, che con quella vocetta stridula insopportabile non fa che ripetere “Posso avere chiunque voglio”. Io non sono come lui e dico “Non voglio chiunque posso avere”.
Valerie – Che bravo, sempre il primo della classe, eh!
Andy – Ma dai! Piuttosto devo confessarti che per me fare sesso è la fatica più grande dopo quella di essere vivo. E poi, credimi, il sesso è molto più eccitante sullo schermo che tra le lenzuola.
Valerie – Oh, ma che angioletto sei diventato. Ti sta educando bene la mammina…
Andy – Lascia perdere la mamma, ti prego! Piuttosto, sai vero cosa si diceva della tua promiscuità?
Valerie – La verità immagino. Anche se gli uomini mi fanno schifo ho fatto la puttana. E allora? Mi servivano i soldi per finire l’università. Dovevo rinunciare al diploma perché ero una pezzente? Poi l’ho fatto anche qui a New York, per sopravvivere. Non ne potevo più di dormire sui tetti del Greenwich Village. Volevo una stanza tutta per me, per scrivere e pensare: è chiedere troppo, è chiedere troppo?
Andy – No, figurati. Il problema è come ti procuri quel che ti serve per vivere.
Valerie – Ma si può sapere che vuoi? Non C’è di peggio nella vita che mantenersi dandola via per soldi?
Andy – Si, andare in giro conciata come vai tu.
Valerie – Non ho l’ossessione di piacere a tutti i costi come te.
Andy – In realtà quando mi guardo nelle vetrine io mi trovo orrendo. Del resto, faccio di tutto per minimizzare le mie qualità. Eppure c’è sempre qualcuno a cui interesso. “Cos’ho fatto di sbagliato?” mi chiedo allora.
Valerie – Stai mentendo, Andy. Ma che cazzo dici Perché dovresti farti i capelli bianchi se non per farti notare?
Andy – Certo, però la gente nota i capelli e non me. E poi coi capelli bianchi nessuno ha idea di quanti anni ho e mi trovano sempre più giovane dell’età che mi davano prima di chiedermelo.
Valerie – Smetti di fare lo scemo. Non sei così stupido come vuoi far credere!
Andy – Il problema è che oggi l’immagine è tutto. Agli altri non importa come sei veramente. Vogliono solo vedere trasformato in carne e ossa l’ideale di bellezza che gli imbonitori come noi fanno credere sia il più desiderabile.
Valerie – Attento: gli imbonitori come te!
Andy – La gente ha bisogno di mettere qualcuno sul piedistallo per chiedergli l’autografo e poi mollarlo quando ingrassa e invecchia. Prendi Marylin Era magnifica, l’essenza del Grande Sogno Americano. Nella realtà non era così. non hai idea che noia incontrarla alle feste, sempre ubriaca!
Valerie – Di Marylin ne avete fatto un oggetto perché era una donna. E’ servita per far credere a quelle stronze che stanno a casa ad aspettare i mariti la sera che loro sono brave e buone mentre lei era solo un’oca mangiauomini.
Andy – C’è sempre bisogno di un capro espiatorio. Oggi il ruolo di vittima sacrificale ce l’hanno le celebrità del nostro Olimpo, che infatti si alternano con una velocità pazzesca. Tutte destinate al sacrificio sull’altare della gloria, che non prevede lo spargimento di sangue, ma qualcosa di ben peggio: l’oblio.
Valerie – Stai parlando di te stesso, Andy. Sembra che tu abbia una paura fottuta di dover tornare nei bassifondi di Pittsburgh da cui provieni.
Andy – L’artista è uno che produce cose di cui la gente non ha bisogno. La Pop Art è un’arte facile da vendere, ma… si consuma in fretta.
Valerie – Finalmente l’hai capita un po’ di consapevolezza…
Andy – Però la Pop art è un passaggio fondamentale. Le scatole dei detersivi Brillo riassumono la nostra storia meglio di tante teorie che trovi nei libri. Mostrano come siamo, cosa sogniamo. Questa è la mia scoperta. (pausa) Ma alla lunga temo possa annoiare.
Valerie – La stupidità della gente è infinita. Non temere per il tuo futuro, Andy!
Andy – Non è facile far capire che la cosa più bella di Firenze è Mc Donald’s. Che la vera democrazia è quella consentita dal consumo di massa. Anche il più sfigato oggi può bere la stessa Coca Cola che beve Ronald Reagan quando guarda la TV. Ti pare poco?
Valerie – No, va bene ma quello rimane sempre uno sfigato.
Andy – Certo che i ricchi e i poveri rimangono tali. Solo che al supermercato magicamente diventiamo tutti uguali. Non è un miracolo? E’ questa la vera democrazia, la democrazia sociale. Altro che il suffragio universale! E io sono il profeta di questa nuova forma di uguaglianza: reale e concreta.
Valerie – Lascia stare la politica per favore, vero concentrato dello strapotere di voi maschi di merda.
Andy – Battuta scontata. Pensa piuttosto allo scherzo che ci stanno preparando: ridurre la politica a fiction. Se tutto è finto come al cinema, perché indignarsi? E’ questo a cui stanno lavorando ai piani alti!
Valerie – Ai piani alti ci sono solo maschi del cazzo. Io penso alle donne, sono loro il futuro! Ma attenzione, però le donne non sono tutte uguali. Purtroppo ci sono le stronze, quelle passive, consenzienti, istruite, gentili, dignitose, sottomesse, dipendenti, timorose, con poco cervello…
Andy – Basta con gli aggettivi, ti prego!
Valerie – … insicure di sé, avide di approvazione, incapaci di affrontare l’ignoto, tranquille solo se hanno vicino il Grande Padre, contente di sguazzare nelle fogne visto che sono loro la feccia dell’umanità su cui prosperano le fortune del maschio…. Sono loro le prime da far fuori.
Andy – Oltre all’ossessione del maschio, ora ti è venuta anche quella per le sciacquette?!
Valerie – E’ colpa loro se siamo ancora sottomesse. Per fortuna ci sono le donne impegnate e in cerca di emozioni travolgenti, cui spetta rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, distruggere il genere maschile…
Andy – Eh smettila!
Valerie -… per potersi affermare come dominatrici decise, sicure di sé, indecenti, violente, egoiste, indipendenti, avventurose, strafottenti, vere e proprie cagne sciolte.
Andy – Queste sono marines con le tette, non donne!
Valerie – Sono io la donna qui e so di cosa parlo. Per essere “uomini” voi maschi ci avete costrette a diventare semplicemente il contrario di un “uomo”. Per andarvi bene dovremmo comportarci tutte come ridicole Drag Queen!
Andy – Io… adoro le Drag Queen!
Valerie – Appunto. Eliminati i maschi, le donne potranno fottersi di quello che fino ad oggi c’avete imposto.
Andy – Oh no, un mondo di sole donne, non riesco neanche a pensarci, che orrore!
Valerie – Ti dovrai rassegnare. Solo noi possiamo creare la vera vita, inventando un mondo nuovo e magico dove fare musica e divertirsi.
Andy –Adoro “Il Mago di Oz”. Judy Garland che fa la bambina con le trecce e ha già le tette, stupenda!
Valerie – E’ questo il tuo mondo magico, il mondo di cartapesta dei film di Hollywood? Stai zitto, per favore. Non hai la minima idea di ciò di cui parlo! Io alludo alle donne che vivono alla fine del tempo, streghe o fate che siano.
Andy – Continua pure nei tuoi vaneggiamenti. Dimmelo quando hai finito!
Valerie – E ricorda che le donne non hanno mai provato l’invidia del pene, come dice quello stronzo di Freud. Sono gli uomini a invidiarci la fica. Scopare per loro è una difesa dal desiderio di essere femmina. Perciò volete farlo in continuazione. Per voi il sesso è una sublimazione, capito?
Andy – Non ce la faccio più ad ascoltarti.
Valerie – Vuoi che parliamo d’altro? (pausa) Intanto potresti dirmi perché sei qui.
Andy – Non è… facile. E poi siamo sicuri che nessuno ci stia a sentire?
Valerie –Hanno altro da fare che ascoltare i nostri discorsi. E poi sanno che io parlo, parlo, ma in realtà non sono violenta.
Andy – Ma se mi hai sparato!
Valerie – Mi avevi esasperata coi tuoi rifiuti. Non rispondevi al telefono, non volevi pagarmi la scena del film. Eppure eri molto contento di come ero andata, no? Quel bambolotto imbronciato che mi avevi messo davanti non riusciva neanche a star dietro alle mie parolacce.
Andy – Bravissima, spontanea come un’attrice consumata. E ti meritavi i venticinque dollari che ti avevo promesso…
Valerie – E che non mi hai mai dato…
Andy – Ora te ne posso dare molti, molti di più, tutti quelli che vuoi.
Valerie – Ah si? E in cambio di che cosa?
Andy – Mi devi dar tempo. Non è facile parlarne.
Valerie – Non ho nessuna fretta. Rilassati. Intanto posso raccontarti il sogno che ho fatto stanotte?
Andy – Va bene, sentiamo.
Valerie – Ero con mio padre, in una casa circondata da un giardino. Eravamo affacciati a una finestra da cui si vedeva la strada. Da sinistra arriva un tipo alto e magro, che punta dritto verso casa nostra. Ci precipitiamo a chiudere la porta col chiavistello, ma l’uomo arriva prima e riesce a spalancarla. Vedo il suo braccio destro alzato e la mano che brandisce un coltello affilato. Un raggio di sole colpisce la lama e la fa brillare. Il riflesso va a colpire lo zigomo dell’uomo, mostrando la sua guancia incavata e gli occhi sbarrati, pieni di una furia incontenibile (nota per gianni, questa frase non mi convince ma non saprei come sostituirla.
Andy – Ma è un incubo, non un sogno!
Valerie – La paura mi gela il sangue.io sono paralizzata dalla paura Inesorabile, il braccio dell’uomo si abbassa per colpire. A questo punto mi sveglio. Sono terrorizzata. La bocca asciutta, il cuore in tumulto, le mani gelide e sudate. E il cervello occupato dalla domandaAllora mi domando “Chi colpirà quell’uomo, me o mio padre?”
Andy – Ne hai parlato con qualcuno qui? Mi sembra interessante per capire quel che hai fatto a me.
Valerie – Figurati, questi usano solo pillole e elettrochoc. Non hanno certo voglia di star a sentire i miei sogni!
Andy – Peccato. Ma secondo te chi voleva colpire quell’uomo: te o tuo padre?
Valerie – Tutti e due, credo. Forse quell’uomo sono io. Voglio far fuori mio padre per quel che mi ha fatto e far fuori quella parte di me che gli ha permesso di farlo. Avrei dovuto ammazzarlo allora mio padre, quando mi metteva le mani addosso e non ora in sogno!
Andy – Ecco si, parliamo di questa cosa dell’ammazzare. Tu ti senti in colpa per avermi sparato, perché volevi uccidermi non è vero?
Valerie – Certo che volevo ucciderti, con quello che mi avevi fatto! E continuo a considerarla legittima difesa. Dovevo impedirti di manipolare anche me. Dovevo impedirti di farmi entrare nella schiera dei tuoi leccaculo.
Andy – Io voglio sapere del tuo rimorso. Non hai rimorso per avermi sparato?
Valerie – No!
Andy – Come no? Mi hai stroncato la vita. Da allora nulla è stato più come prima per me. Vivo nell’incubo che tu o qualcuno altro torni a spararmi, lo capisci questo? (pausa) Anch’io faccio un sogno ricorrente sogno nel poco tempo in cui riesco a dormire grazie al Valium. E: sono sulla mia poltrona preferita quando da dietro arriva un piccolo serpente, che punta dritto al mio collo. Cerco di alzarmi e fuggire, ma non riesco a muovermi. Mi sveglio terrorizzato proprio mentre il serpente mi sta arrivando addosso per colpirmi alla gola.
Valerie – Siamo messi bene a sogni.
Andy – Sogni di noi assassini.
Valerie – Noi…assassini? Ma tu che c’entri?
Andy – Valerie, anch’io sono un assassino… un mandante per la verità. Anch’io ho ucciso o meglio …ho fatto uccidere.
Valerie – Ma dai, ti prego! Mi prendi in giro? Tu un assassino? Non farmi ridere!
Andy – Tutto è cominciato nel 1962 con la serigrafia.
Valerie – Cosa c’entra la serigrafia adesso?
Andy – Con la serigrafia puoi avere la stessa immagine riprodotta più volte, ma ogni volta con qualche leggera differenza. Una tecnica straordinaria, capace di restituire l’effetto visivo del prodotto seriale.
Valerie – E allora?
Andy – Cercavo un soggetto adatto a questa tecnica. Qualcuno che rappresentasse l’esteriorità fatta persona. Chi era la star per eccellenza di allora?
Valerie – Boh, non so, figurati se mi ricordo di queste stronzate!
Andy – Marylin Monroe. Lei così perfetta da sembrare irreale. Con la serigrafia ne avrei semplificato i tratti tanto da renderla riconoscibile e consumabile ovunque, esportabile in tutto il mondo.
Valerie – Non capisco dove vuoi arrivare.
Andy –Le imperfezioni dovute alle sbavature dell’inchiostro la rendevano irresistibile. Non te la potevi più dimenticare, quell’immagine. un’icona.
Valerie – Vieni al dunque, Andy, mi sto stufando. Non siamo qui per un ripasso di storia dell’arte.
Andy – Lasciami finire, ti prego! Vinta la guerra, avevamo ancora un complesso d’inferiorità nei confronti dell’Europa. Noi ricchi e potenti, ma loro sempre primi per la cultura e l’arte. La Pop Art ha sparigliato le carte e c’è stato il sorpasso! Finalmente liberi dalla tradizione, siamo diventati primi anche come artisti, e io…credo… il primo tra i primi!
Valerie – (applaudendo sarcastica) Bravò. Meriti proprio un applauso. Bravò.
Andy –Tornando a Marylin, m’ero reso conto che più che di un volto, Il sovrapporsi degli inchiostri e dei colori faceva intravvedere il teschio che sosteneva le gote paffute e la bocca turgida. Incredibile!
Valerie – Io non c’ho mai fatto caso.
Andy – L’avevo rappresentata in tutto il suo splendore, ma con i segni della morte addosso, capisci? Ma c’era un problema: lei era ancora viva! (delirante) Pensa se Marilyn fosse morta proprio allora, magari in modo violento. La finzione che prefigura la realtà! Sarei diventato capace di decidere del destino delle persone, come Dio!
Valerie – Andy, mi preoccupi. Forse dovresti farti ricoverare anche tu qui, nel reparto psichiatrico, per qualche giorno.
Andy – Ma una sera riunisco un po’ di persone per mostrare le serigrafie. La reazione è unanime: un’immagine superba e inquietante come una maschera mortuaria. Nel corso della notte, se n’erano già andati quasi tutti, mi sono ritrovato con due o tre ragazzotti portati lì chissà da chi. Tra un’anfetamina e l’altra, abbiamo cominciato a farci il film della morte improvvisa di Marylin: magari un sabato sera di depressione, un’overdose di psicofarmaci… Soltanto che gli psicofarmaci glieli avrebbero somministrati loro.
Valerie – E come? Una non sta lì tranquilla a farsi imbottire di pillole. Le può sputare, vomitare. E soprattutto può urlare.
Andy – Si certo, ma se uno le tiene la bocca chiusa e un altro la mette a pancia in giù tenendola immobile, un terzo gliele può infilare da dietro le pillole e il gioco è fatto.
Valerie – Gli psicofarmaci su per il culo, questo avete immaginato?
Andy – Non l’abbiamo solo immaginato. L’abbiamo fatto. Meglio, loro l’hanno fatto!
Valerie – Ma ho capito bene? Avete inscenato un finto suicidio per far corrispondere l’idea di morte che emanava dal suo ritratto alla realtà di una morte vera?
Andy – Le quotazioni delle serigrafie sarebbero andate alle stelle. Come potevo resistere?
Valerie – Ancora i soldi, non ci posso credere!
Andy – Così è andata.
Valerie – Piuttosto, cosa c’entro io in tutta questa storia?
Andy – Mi devi aiutare, Valerie.
Valerie – Aiutarti? E come?
Andy – Da allora non ho più pace. Di giorno sono sempre più agitato! E di notte non riesco a dormire e quando prendo sonno faccio sogni terribili come quello che ti ho raccontato. E’ un inferno che dura da anni ormai.
Valerie – Costituisciti. Io l’ho fatto dopo averti sparato. Fallo anche tu!
Andy – Beh, lo posso anche fare, certo. Però non sono sicuro che mi possa liberare dai sensi di colpa, da questo incubo che non mi lascia vivere.
Valerie – Va a confessarti. Sei cristiano, no: da bambino non frequentavi la chiesa cattolica bizantina? Puoi avere il perdono divino e tornare a sperare nel paradiso.
Andy – Non sono più tanto…credente..
Valerie – Ma se non fai che parlare di Dio.
Andy – Lo uso come metafora, ma ho sempre tanti dubbi su di Lui. (pausa) Solo tu mi puoi assolvere, Valerie, tu che sei una potenziale assassina come me.
Valerie – Sei proprio strano sai. Che c’entro io coi tuoi sensi di colpa?
Andy – Te l’ho appena detto. Volevamo entrambi la morte di qualcuno, no?
Valerie – Finora non hai fatto che umiliarmi coi tuoi sproloqui sulla Pop Art. Adesso fai l’agnellino e vuoi coinvolgermi nei tuoi casini emotivi. No caro, dovevi pensarci prima!
Andy – Ti darò tutto quello che vuoi. Io sono ricco, famoso, conosco persone importanti. Chiedi qualunque cosa, credo di potertela dare.
Valerie – Vediamo. Soldi non m’interessano, si può vivere senza. Il mio SCUM Manifesto è già stato pubblicato e non mi servono raccomandazioni. Che ti devo dire. Vaffanculo Andy.
Andy – Ma insomma mi hai quasi ammazzato, vengo qui strisciando a chiederti di rimettermi in sesto e tu mi mandi a…
Valerie – La vita è così. Si sale, si scende. Si vince, si perde. Equivoci, detto e non detto, opacità e trasparenza, crudeltà e compassione. Come dici tu: mai aiutare chi non se lo merita. Non te lo meriti, Andy, il mio aiuto. Sei uno stronzo di maschio!
Andy – Posso fare rappresentare il tuo dramma ovunque. Chiedi un teatro e l’avrai. Chiedi un attore. Ti posso procurare tutto quello che ti serve per il successo.
Valerie – Non sono come te, non cerco quel tipo di successo.
Andy – Potrei aiutarti a uscire da qui.
Valerie – Non ci sto così male, qui i matti lo sono per davvero e non fingono di essere sani come fate voi là fuori.
Andy – Ho capito, fai la dura.
Valerie – Ma no, figurati.
Andy – Più che altro sei diventata una…
Valerie – E dillo almeno una volta nella vita qualcosa di irriverente. Dillo: “Sei diventata una stronza.”
Andy – Si, sei diventata una …stronza.
Valerie – Mi sento più a mio agio così, tra un insulto e l’altro.
Andy – Allora possiamo continuare.
Valerie –Va bene, andiamo avanti … Cosa voglio per assolverti?
Andy – Si, ti prego dimmelo.
Valerie – Vediamo…Io voglio… che ti tagli l’uccello.
Andy – Tagliarmi…Ma è assurdo. Mi hai già massacrato sparandomi a bruciapelo e adesso vuoi che …
Valerie – Si, voglio che te lo tagli. Io rappresento le donne in rivolta. Un bel taglio alla tua virilità mi sembra un buon segnale per dare il via alla battaglia finale.
Andy – Ma è pura follia la tua, Valerie!
Valerie – Noooo! Non sono pazza! La notizia uscirà su tutti i giornali, non come l’altra volta, quando ti ho sparato, che l’omicidio di Bob Kennedy ci ha tolto subito dalla prima pagina. Sarà un invito alle donne a fare lo stesso con gli altri maschi.
Andy – Pazza, sei completamente pazza…
Valerie – Sei tu il pazzo, che vuoi lavarti la coscienza usando me.
Andy – (lunga pausa) Ma, e …se decidessi di farlo, come faccio?
Valerie – Semplice. Qui Ho con me un coltello elettrico rubato nelle cucine. Coi tipi che girano qui è meglio essere sempre pronte a difendersi
Andy – Un coltello elettrico? (pausa) Fammi vedere. Come funziona?
Valerie – Schiacci questo pulsante ed esce la lama per fare il suo dovere: avanti e indietro, avanti e indietro come quando scopi.
Andy – Prova a passarmelo, vedo se riesco a farlo funzionare.
Valerie – Pensa di essere in cucina e di dover affettare un wurstel. Non è molto diverso…
Andy – Non amo particolarmente la carne e nello specifico aborro i wurstel, sono così volgari!
Valerie – Pensa allora a una banana da affettare per una bella macedonia.
Andy – Mi sento male, mi viene da vomitare.
Valerie – Oh insomma quante storie. Sei venuto tu a cercarmi. O lo fai o te ne vai.
Andy – Va bene. Ci proverò. Insomma, dammelo quel maledetto coso.
(Valerie consegna a Andy il coltello elettrico. Lui prova a farlo funzionare. Ogni volta sobbalza al rumore della lama in azione. Alla fine volta le spalle al pubblico, si sbottona i calzoni e aziona il coltello. Lancia un urlo straziante.)
Valerie – Hai fatto?
Andy – (piagnucolando) Mi sono tagliato un dito…
Valerie – Ma sei un imbranato cronico o è tutta una finta?
Andy – (voltandosi con un dito della mano sinistra in bocca) Ahi, che male, che male, che maleee.
Valerie – (controllando la ferita) Ma è un taglietto da niente. Mi fai rimpiangere i maschi veri!
Una voce metallica fuori campo – “Il tempo delle visite è terminato. Si pregano i visitatori di avviarsi all’uscita”
Valerie – Tieni (allunga un fazzolettino a Andy) Dobbiamo lasciarci. Non c’è più tempo.
Andy – Ma come, vuoi abbandonarmi proprio ora, in questo stato?
Valerie – Vuoi che faccia venire l’ambulanza per un taglietto?
Andy – Oh no, no! Ci mancano solo i giornalisti…Ma e…ci lasciamo così?
Valerie – No, Andy, c’è l’happy end, come piace a te.
Andy – L’happy end, cosa vuoi dire?
Valerie – Prima fammi ballare.
(Partono le note di “Perfect day” di Lou Reed. Cantando, Valerie abbraccia Andy e lo costringe a ballare)
Valerie – Sapevo di questa storia. Uno dei tuoi sicari l’ho conosciuto anch’io.
Andy – Che hai detto?
Valerie – Si, c’ho scopato per un po’ perché in cambio mi faceva stare a casa sua. Un bel tipo, parlava sempre di lotta armata.
Andy – E adesso me lo dici? Ma allora sei proprio una…stronza
Valerie – No, Andy, non sono una stronza. Te lo dimostro subito. Quei tre l’omicidio che avevate progettato non l’hanno mai commesso.
Andy – Come, non l’hanno mai commesso? I soldi però li hanno voluti tutti e subito.
Valerie – Che schifo! Non fai che pensare ai soldi. Si, i soldi li hanno voluti in anticipo perché dovevano rifornirsi di armi, per un attentato. Ma lei non l’hanno toccata.
Andy – I miei dollari usati per comprare mitra, bombe e pistole: è inaudito.
Valerie – Coglione! Pensa invece a quanto sei stato fortunato.
Andy – Fortunato?
Valerie – Certo stronzo! Marylin è morta proprio quando serviva a te. L’ha fatta fuori qualcun altro o s’è fatta fuori da sola, chi lo saprà mai? Adesso però devo andare. (corre via)
Andy – Non puoi lasciarmi così. Ho ancora delle domande da farti… Che modi hai sempre! (pausa) Ma si sa: Valerie non è mai stata una persona particolarmente educata. (con aria soddisfatta) Che meraviglia, potrò ricominciare a dormire senza Valium. (lunga pausa) Povera Marylin. Che destino crudele, il tuo. (lunga pausa) A proposito…per il mio funerale devo farmi trovare con un trucco perfetto . (lunga pausa) Sulla mia pietra tombale (si porta al centro della scena)… farò scrivere… “F I N Z I O N E”! (punta la macchina fotografica verso il pubblico. Scatta una foto col flash ed esce. Buio)
F I N E